Il mio Blog
Difendiamo i Diritti I diritti delle Donne

🎶 Siamo così, dolcemente esasperanti 🎶

Patrizia Cadau con il volto tumefatto dalla violenza del marito

Ecco il viso di una persona “esasperante e aggressiva”, secondo la conduttrice Barbara Palombelli che, durante la trasmissione Forum del 16 settembre, ha fatto delle affermazioni di una gravità sconcertante, che lascia increduli:


“Qui parliamo della rabbia tra marito e moglie. Come sapete, negli ultimi sette giorni ci sono stati sette delitti. Sette donne uccise, presumibilmente da sette uomini. Questo soltanto per dire l’ultima settimana.



Secondo la Palombelli non è colpa dell’uomo se riduce una donna in questo stato o addirittura la ammazza, no: è colpa della donna che lo esaspera.


È la donna che "dà fastidio"


In questo quadro l’attenzione viene spostata dal fatto che l’uomo sia ritenuto non in grado di digerire certe parole, al fatto che la donna “dà fastidio”.


Allora la si pesta, come si fa con le mosche o le zanzare, che sappiamo quanto sanno essere irritanti con il loro continuo ronzio.


L’idea che, se si reputa qualcuno irritante, invece di annientarlo, si possa deporre la clava e usare le parole per discuterne oppure lasciare il campo, nemmeno vien contemplata.


L’uomo, in questo scenario dipinto dalla Palombelli, non sa parlare, usa i gesti, ma non quelli del linguaggio dei segni, i segni li lascia addosso.


E sono sempre degli uomini a lasciarli.


E sempre sui corpi delle donne.


Sottointesi dei femminicidi


Qualcuno dice che anche il problema della violenza femminile vada risolto.


Il punto, però, è che i casi di violenza delle donne sugli uomini sono briciole, se paragonati ai casi di violenza degli uomini sulle donne e ai femminicidi.


Non generici omicidi di donne, ma “femminicidi” nel reale significato della parola, quello fissato nel 1992 da Diana Russell nel libro “Femicide: The Politics of woman killing”, e assunto dalla riflessione femminista successiva: “una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna proprio perché donna. Quando parliamo di femminicidio quindi non stiamo semplicemente indicando che è morta una donna, ma che quella donna è morta per mano di un uomo in un contesto sociale che permette e avalla la violenza degli uomini contro le donne.”


In tv apprendiamo quasi ogni giorno di un femminicidio. Ma non di maschicidi: il fenomeno non esiste.

La potenza del linguaggio


Come mai avviene questo? Ce lo chiediamo?

Suggerisco alcuni spunti:

Perché ci sono persone come la Palombelli che se una donna muore dicono:

una donna è stata uccisa” e non “un uomo ha ucciso una donna”.

Perché ci sono persone come la Palombelli che a seguito di un femminicidio dicono:

Per il troppo amore” e non “perché lui considerava la donna un suo oggetto, una sua proprietà”.


Perché ci sono persone come la Palombelli che se una donna viene assassinata dicono:

Perché lo rendeva geloso” e non “perché lui la reputava una cosa sua e, piuttosto che terminare la relazione a seguito del tradimento, ha rotto il giocattolo all’altro uomo”.


Perché ci sono persone come la Palombelli che se una donna viene aggredita e violentata dicono:

Perché lei lo ha provocato” e non “perché lui non è in grado di tenersi il pisello nei pantaloni”.


Perché ci sono persone come la Palombelli che se una donna viene picchiata a morte dicono:

Perché lei lo ha esasperato” e non “perché lui è violento e aggressivo”.


Cosa sentono le Donne


Voglio dunque portare l’attenzione a cosa sentono le donne, di fronte ad un’intera società ed un sistema giudiziario che dovrebbero proteggerle e tutelarle e che invece sono conniventi con gli assassini, attribuendo la colpa alle vittime.


E lo faccio trascrivendo le parole conclusive della lettera scritta alla Palombelli dalla donna nella prima foto, Patrizia Cadau:


“Non ho fatto niente ma questo non ha impedito al violento di continuare ad abusare di me e dei miei figli anche con la minaccia armata.


Palombelli, lei ha mai sentito la canna di un'arma premuta alla testa o in bocca?


No vero?


Si ritenga fortunata e non ci faccia la morale con tanta spocchia.

Palombelli, ritengo che lei sia parte del problema, non me ne voglia: ritengo la sua cultura, causa di quanto è accaduto e continua ad accadere a me, la ritengo responsabile del silenzio e dell'omertà cui siamo costrette a vivere grazie a parole come le sue: di una violenza insopportabile.


La ritengo responsabile e a questo punto dovrebbe solo chiedere scusa.


A tutte.


A tutte quelle che si alzano la mattina e non sanno se la sera saranno ancora vive per raccontare quello che le sto raccontando io.”


Ah, le donne...


Le donne.


Sempre colpa di queste donne ‘ché, si sa, siamo così:


🎶🎵 dolcemente esasperanti, sempre più arroganti, aggressive, ma potrai trovarci ancora qui, nelle tombe tempestose, portaci delle rose… 🎶🎵

(libero adattamento della canzone di Fiorella Mannoia)



EH NO, CARA PALOMBELLI, NOI LE ROSE LE MERITIAMO DA VIVE!




Maya Vassallo Di Florio




In foto: Patrizia Cadau / Barbara Palombelli