Ma è in realtà una vera e propria creatura sacra ad Afrodite, legata alla Dea nel cuore della sua mitologia.
Le sue tonalità così simboliche, il Rosso ed il Nero, oscillano ambiguamente tra Afroditico e Mortifero (Eros e Thanatos), derivando dal mitologema che narra della relazione tra la Dea dell’Amore ed il suo efebico amante, Adone.
La nascita delle Fragole
La sua storia, infatti, si snoda tra il buio del Mondo Infero e lo splendore della Natura rinata, della quale egli divenne simbolo dai tempi delle religioni asiatiche, nelle quali lo ritroviamo anche come il sumerico Tammuz.
Ritroviamo Adone (“Signore”), in verità, in tutto il Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo, con vari nomi: è infatti assimilato alla divinità egizia Osiride, al semitico Baal Hadad, all’etrusco Atunnis, all’anatolico Sandan, e anche al frigio Attis; tutte divinità legate alla rinascita e alla vegetazione.
Come spiega James Frazer ne Il ramo d’oro, "il culto di Adone fu praticato dalle genti semitiche di Babilonia e Siria e i Greci lo cooptarono da loro agli inizi del settimo secolo prima dell’era comune".
Adone fu probabilmente il più grande amore di Afrodite, amore violentemente interrotto dal geloso Ares, che lo fece uccidere da un cinghiale (in alcune versioni del mito è egli stesso).
Afrodite pianse disperata sopra il corpo ormai esanime dell’amato e le sue copiose lacrime, cadendo a terra e mescolandosi con il suo sangue, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le Fragole.
E dunque la tonalità infera della Fragola, il Rosso del Sangue ed il Nero della Morte e della Vita, nasce dal mito, che narra di un frutto al tempo stesso simbolo di passione amorosa e di morte.
La Fragola Simbolo della Dea
Probabilmente il frutto era già simbolo della Dea dall’epoca pre-patriarcale, prima che venisse accompagnata ad Adone. E ciò è molto probabile, non solo perché Afrodite era una Dea completa della Natura, della Morte, della Vita e della Sessualità Sacra, ma anche se pensiamo alla correlazione tra Afrodite-Venere ed il mondo del Profumo.
A Roma, città della quale Afrodite-Venere è considerata Madre, in quanto madre di Enea, progenitore della gens Julia, il frutto viene chiamato “fragra”, da cui l’italiano “fragola”, ma anche “fragranza”.
Tradizionalmente le Fragole erano utilizzate nei banchetti in onore di Adone, mentre in Grecia si continuavano a celebrare le festività dette Adonìe, in occasione delle quali si raccoglievano fragole ed altri frutti di stagione in piccoli cestini, che venivano chiamati “giardini di Adone”.
Le nostre Antenate conoscevano anche la Medicina della Fragola, che veniva denominata “Frutto Cuore”, poiché si riteneva che al tempo stesso, placasse la passione amorosa o la potesse accendere, ragion per cui, da sempre e ancora oggi, è considerata un Frutto Afrodisiaco.
In questi giorni in cui Madre Sole splende brillante nel Cielo e in cui colori e profumi inebriano i nostri sensi, può essere meraviglioso recarci in Natura con un Cesto (simbolo della Dea e del suo Grembo prodigo di doni) e cercare le Fragoline di Bosco, celebrando con un banchetto Afroditico questa sensuale primavera, ricordandoci la bellezza del Fare l’Amore con la Vita, imparando dalla Natura tutt’intorno a noi...
Che Fragole siano!
Maya Vassallo Di Florio