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Tradizione Afroditica Crescita personale

Rosalia, Violaria e il Culto dei Morti

“Maya, perché in questo periodo di Rose fiorite mi capita di sentirmi tanto triste?”.
Questa domanda è una di quelle che studentesse e studenti in formazione sul sentiero di Afrodite mi rivolgono più spesso, ogni anno.

Desta stupore il fatto di vedere tutt’intorno la Natura rigogliosa e ricca di colori e profumi e sentirsi giù di corda.
Destabilizza leggere sulle mie dispense che noi siamo la Natura e, vivendo in armonia con essa, in Primavera ed Estate ci sentiamo in estroversione mentre in Autunno ed Inverno in introversione e al tempo stesso sperimentare che ci si possa sentire come in Autunno, anche in Primavera...

In particolare nella transizione tra le stagioni, dalla Primavera all’Estate e dall’Autunno all’Inverno, le studentesse e gli studenti esperiscono stati d’animo simili.
Dalla seconda transizione, tuttavia, ce lo si aspetta: il Tempo dell’Alba Oscura, Samhain, Halloween è rinomatamente un tempo di lutto.
Quel che lascia attonite le persone è che ci si possa sentire così anche tra Primavera ed Estate.
Eccomi, quindi, a raccontarvi il perché, anzi, i perché.

Afrodite comprende polarità opposte


Ciò che scrivo in merito alle stagioni e agli stati d’animo resta vero (il discorso introversione-estroversione di cui sopra), tuttavia ciò non è in contrasto con il fatto di poterci sentire tristi anche quando la Primavera ci sboccia tutt’intorno: ciò che ripeterò sempre è che Afrodite è mutamento continuo e che comprende le polarità opposte in danza armoniosa, non a caso genera Armonia, sua figlia.

Sicché possiamo sentirci contemporaneamente felici e tristi, ti è mai accaduto?
È affascinante poter com-prendere emozioni differenti nello stesso momento.

Nella Ruota di Afrodite© ho mantenuto lo spicchio di Afrodite l’Amante come speculare ad Afrodite la Scura Crona, non solo per un discorso di stagioni complementari, ma anche perché Afrodite e Thanatos viaggiano insieme e sono profondamente intrecciate, Amore-Sesso-Morte-Rigenerazione sono un Unicum inscindibile che permette la Rigenerazione continua.
Afrodite l’Amante e Afrodite la Scura Crona si guardano nella Ruota di Afrodite© composta da otto spicchi, ognuna una stagione dell’anno solare, ognuna un Archetipo da integrare, ognuna una Direzione, ognuna uno o più Elementi.
Ne parlo diffusamente nel Per-corso online "Figliə di Afrodite"©.

Rosalia,Parentalia e Violaria


Il periodo di Maggio-Giugno, nell’antichità, era effettivamente legato alla fioritura delle Rose, come oggi (anche se esistono Rose rifiorenti tutto l’anno), ma anche al Culto dei Morti.

Le Rosalia appartenevano alle quattro festività dedicate ai Manes (Rosalia, Parentalia, Violaria e il compleanno della persona defunta). La Parentalia poneva l'enfasi più sul dono di offerte bruciate, perlopiù fiori e spighe, ma anche carni di animali bruciate. Nella cerchia familiare, la Violaria veniva celebrata anche durante la primavera accanto alla Rosalia (e oltre alla celebrazione dell'anniversario della persona defunta, come un importante giorno della memoria). La festa non aveva una data fissa, ma dipendeva dal periodo di fioritura delle Rose, che di solito si avveniva a maggio e giugno. I petali delle Rose di solito erano parte del banchetto della festa. Esiste una data, menzionata nel calendario di Costantino: il 23 maggio. Potrebbe trattarsi della festa delle Rosalia, ma non ve n'è certezza. Esistono anche sette iscrizioni che citano tutte la data del 13 giugno con diversi anni. In generale, comunque, sappiamo che queste celebrazioni avvenivamo tra maggio e giugno.

C'è disaccordo anche sull'origine di tali feste, in quanto mostrano forti concentrazioni regionali, con alcune somiglianze con i riti funebri in Asia Minore, in particolare con il culto di Adone, consorte di Afrodite (anche le Adonia si svolgevano in questo periodo), e di Attis, personaggi mitici morti e risorti. La Rosalia, o la festa della Rosa, era una celebrazione romana in cui i Manes, i defunti, venivano onorati e ricordati. Il significato della festa riguarda principalmente il rinnovo del contatto tra Mondo dei Vivi e Mondo dei Morti, in un banchetto che si svolgeva accanto alla tomba. La Rosa, come la Viola, non è solo un fiore legato all’Amore e alla Sessualità, infatti: è anche il fiore funerario per eccellenza. Essa accompagnò le genti dell’Antica Roma nelle loro vite fino alla loro tomba. Sappiamo che in occasione di questa festività venivano creati dei Rosari: cerchi di vimini intorno a cui venivano avvolte le Rose. Tali cerchi erano a loro volta composti da otto raggi, al termine di ciascuno dei quali veniva posta una Rosa. Il Rosario aveva pressappoco la forma di un Sole raggiato: la stessa identica forma della Ruota di Afrodite©, della Ruota di Avalon e di moltissime altre Ruote che rappresentano la nostra bussola per armonizzarci con la Dea che muta nello Spazio-Tempo.
Afrodite stessa, come Dea della Primavera (Aphrilis), Dea dell’Amore e della Sessualità Sacra (Porne), Dea della Morte e dell’Oscurità (Skotia, Melaina ecc.) (lo stesso dicasi di Venere, Afrodite Romana, che reca epiteti dal medesimo significato), ci ricorda come, in quanto Medichessa, Ella usi la Medicina della Rosa sia servendosene nelle cure di bellezza, sia per profumare e nutrire il corpo e la pelle, sia per preservare il corpo dei defunti. (I riferimenti mitologici sono numerosissimi al riguardo).

Non dobbiamo per forza essere felici sempre


Queste sono solo alcune motivazioni che spero possano essere utili a chi stia facendo esperienza di uno stato melanconico in questo periodo, chiedendosene la ragione.
Oltre al momento di crisi sociale, umanitaria e ambientale in atto, le ragioni sono anche in qualche modo naturali e le nostre Antenate e i nostri Antenati lo sapevano bene: ogni transizione da uno stato all’altro, da una stagione all’altra, da una situazione all’altra, è una piccola morte.
Ciò accade anche in casi di eventi piacevoli: sentirsi un po’ tristi anche nel bel mezzo di una gran gioia.

La Dea ci insegna che possiamo essere e provare più cose contemporaneamente e possiamo abbracciare anche la nostra Ombra. Non dobbiamo per forza essere felici sempre.

Un quadro ambiguo


Ho volutamente scelto questo quadro fortemente ambiguo per parlarvi di ciò: Le Rose di Eliogabalo, dipinto nel 1888 da Lawrence Alma-Tadema, e che reputo emblema non solo dell’ambivalenza della Rosa, ma anche della multisfaccettata Natura di Afrodite, Dea che assurge la Rosa a suo simbolo, non a caso.
Gioia, Amore, Piacere, Sessualità e Morte e Dolore si intrecciano, dunque, in questo dipinto, come nella vita stessa.

Auguro a tuttə di saper integrare le Rose e le Spine della vita in salute e saggezza.


Maya Vassallo Di Florio



Se desideri approfondire la Tradizione Afroditica, qui trovi i miei Per-corsi.